jueves, 7 de abril de 2011

07.20 - L’imperativo

A cura del prof. Attilio Folliero

L’imperativo (Scaricare/Descargar)

Il modo imperativo è usato per esprimere esortazioni e comandi. Si distingue profondamente dagli altri modi; infatti, mentre l'indicativo, il condizionale ed il congiuntivo generalmente sono usati per le affermazioni, l'imperativo è appunto utilizzato per formulare divieti, preghiere, esortazioni, consigli e comandi.

I tempi dell’imperativo

Secondo alcune grammatiche l’imperativo avrebbe due tempi: il presente ed il futuro. L’imperativo futuro indicherebbe un comando eseguito non all’istante, ma dopo un certo tempo e coincide con il futuro semplice dell’indicativo. Ossia, un comando da eseguire dopo un certo tempo si esprime con il futuro dell’indicativo e quindi non siamo di fronte ad un tempo dell’imperativo. L’imperativo, dunque ha solo il presente.

Prima e seconda persona dell’imperativo presente

L’imperativo presente è un modo sostanzialmente difettivo, perché mancano le forme coniugate della prima persona; ovviamente manca la coniugazione della prima persona in quando chi parla non rivolge un comando, un invito o una preghiera a se stesso. Quando si vuole esprimere un comando a se stessi, si usa il verbo dovere; ad esempio: debbo studiare.

Le forme dell'imperativo, in senso stretto, sono quelle della seconda persona singolare e plurale (tu e voi) e della prima persona plurale (noi). Il più delle volte, esse coincidono con quelle del presente indicativo (esempi: tu esci, tu vai, tu prendi; noi usciamo, noi andiamo, noi prendiamo; voi uscite, voi andate, voi prendete).

La maggiore eccezione riguarda le forme della prima coniugazione in are: la seconda persona singolare dell’imperativo ha la desinenza a (canta tu, mangia tu, parla tu, ricorda tu) al posto di i del presente indicativo (tu canti, tu mangi, tu parli, tu ricordi).

I verbi dare, fare, stare e andare alla seconda persona dell’imperativo fanno dai tu, fai tu, stai tu e vai tu come al presente indicativo (tu dai, tu fai, tu stai e tu vai); spesso sono abbreviate in: da' (o da), fa' (o fa), sta' (o sta), va' (o va). Per il verbo dire la seconda persona dell’imperativo è di' (oppure dì). Le forme dell’imperativo dei verbi essere ed avere sono irregolari: sii tu, siamo noi, siate voi; abbi tu, abbiamo noi, abbiate voi. Per il verbo sapere, la seconda persona dell’imperativo è sappi tu, sappiate voi.

Quando al verbo si uniscono i pronomi atoni, questi vengono posposti: cantaci qualcosa; facciamola finita. Quando i pronomi si uniscono alle forme abbreviate della seconda persona singolare dell’imperativo dei verbi dire (di tu), stare (sta tu), dare (da tu), fare (fa tu) e andare (va tu), rafforzano la consonante iniziale di pronomi (tranne gli). Esempi: dimmi, stammi, datti, facci, fanne, falla, dillo, vattene.

Per quanto riguarda l'imperativo negativo della seconda persona singolare si forma usando l'infinito: non fumare tu, non bere tu, non partire tu.

Terza persona dell'imperativo presente

L'imperativo alla terza persona comiciò ad acquistare una certa importanza quando, in epoca moderna, il lei cominciò a soppiantare il voi come forma di cortesia. La terza persona prende in prestito le sue forme (regolari e irregolari) dal congiuntivo presente (che lei canti, che loro cantino; che lei prenda, che loro prendano; che lei dorma, che loro dormano) e quindi alla terza persona, singolare e plurale abbiamo: canti lei, cantino loro; prenda lei, prendano loro; dorma lei, dormano loro.

Quando nelle terze persone dell’imperativo abbiamo i pronomi atoni, questi sono anteposti alla forma verbale; esempio: ci canti qualcosa!

Dunque, per le tre coniugazioni regolari abbiamo le seguenti forme dell’imperativo:
        1. ama (tu), ami (lei), amiamo (noi), amate (voi), amino (loro);
        2. temi (tu), tema (lei), temiamo (noi), temete (voi), temino (loro);
        3. servi (tu), serva (lei), serviamo (noi), servite (voi), servano (loro);

L'uso dell'imperativo

L'uso dell'imperativo spesso può dare l'effetto sgradito di un'imposizione e dato che le regole sociali impongono determinati comportamenti di cortesia, spesso quindi si sostituisce l’imperativo, l’esortazione, l’imposizone con forme alternative. Ad esempio l'esortazione: “vieni domani!” può essere sostituita con una forma di dichiarazione (vorrei che tu venissi domani), o di una domanda (puoi venire domani? o potresti venire domani?)

Ovviamente non sempre esprimere un'esortazione in maniera diretta significa infrangere le regole di cortesia: sotto questa forma si possono esprimere senza alcun problema degli inviti, le scuse, gli auguri, le offerte o semplicemente un consiglio. È quindi, proprio in questi casi che si usa l'imperativo. Esempi: Vieni domani alla nostra festa, non fare complimenti!; Fa' come se fossi a casa tua!; Faccia buon viaggio!

L'imperativo nella formazione delle parole

Le voci dell'imperativo possono essere utilizzate per la formazione di sostantivi: il tira e molla, il via vai, il fuggi fuggi; si tratta di parole che indicano un'azione ripetuta; inoltre, le forme verbali dell’imperativo possono essere utilizzate per formare parole composte (aggettivi o sostantivi): lavastoviglie, reggiseno, giramondo, rompiscatole.

La coniugazione dell’imperativo presente in alcuni verbi


Essere
Sii tu
Sia lui
Sia lei
Siamo noi
Siate voi
Siano loro
Avere
Abbi tu
Abbia lui
Abbia lei
Abbiamo noi
Abbiate voi
Abbiano loro
Amare
Ama tu
Ami lui
Ami lei
Amiamo noi
Amate voi
Amino loro
Temere
Temi tu
Tema lui
Tema lei
Temiamo noi
Temete voi
Temano loro
Servire
Servi tu
Serva lui
Serva lei
Serviamo noi
Servite voi
Servano loro
Dovere
Devi tu
Debba lui
Debba lei
Dobbiamo noi
Dovete voi
Debbano loro
Potere
Puoi tu
Possa lui
Possa lei
Possiamo noi
Potete voi
Possano loro
Volere
Vuoi tu
Voglia lui
Voglia lei
Vogliamo noi
Votele voi
Vogliano loro
Sapere
Sappi tu
Sappia lui
Sappia lei
Sappiamo noi
Sapete voi
Sappiano loro
Andare
Vai (va) tu
Vada lui
Vada lei
Andiamo noi
Andate voi
Vadano loro
Venire
Vieni tu
Venga lui
Venga lei
Veniamo noi
Venite voi
Vengano loro
Entrare
Entra tu
Entri lui
Entri lei
Entriamo noi
Entrate voi
Entrino loro
Uscire
Esci tu
Esca lui
Esca lei
Usciamo noi
Uscite voi
Escano loro
Salire
Sali tu
Salga lui
Salga lei
Saliamo noi
Salite voi
Salgano loro
Scendere
Scendi tu
Scenda lui
Scenda lei
Scendiamo noi
Scendete voi
Scendano loro
Fare
Fai (fa) tu
Faccia lui
Faccia lei
Facciamo noi
Fate voi
Facciano loro
Stare
Stai (sta) tu
Stia lui
Stia lei
Stiamo noi
State voi
Stiano loro
Dare
Dai (da) tu
Dia lui
Dia lei
Diamo noi
Date voi
Diano loro
Dire
Dì (di') tu
Dica lui
Dica lei
Diciamo noi
Dite voi
Dicano loro
Bere
Bevi tu
Beva lui
Beva lei
Beviamo noi
Bevete voi
Bevano loro
Rimanere
Rimani tu
Rimanga lui
Rimanga lei
Rimaniamo noi
Rimanete voi
Rimangano loro
Mangiare
Mangia tu
Mangi lui
Mangi lei
Mangiamo noi
Mangiate voi
Mangino loro
Decidersi
Deciditi tu
Si decida lui
Si decida lei
Decidiamoci noi
Decidetevi voi
Si decidano loro
Lavarsi
Lavati tu
Si lavi lui
Si lavi lei
Laviamoci noi
Lavatevi voi
Si lavino loro
Amare Passivo
Sii amato tu
Sia amato lui
Sia amata lei
Siamo amati noi
Siate amati voi
Siano amati loro


07.21 – Il modo infinito

A cura del prof. Attilio Folliero

Il modo infinito (Scaricare/Descargar)
 
L’infinito, come il participio ed il gerundio è un modo indefinito. I modi indefinitinon permettono di identificare la persona e il numero, con l’eccezione del participio,in cui si può distinguere il singolare dal plurale. L'infinito, duqnue, esprimel'idea generica del verbo senza determinazione di persona e di numero.

Itempi dell’infinito

L’infinito ha due tempi: il presente (essere, avere, amare, temere,servire) ed il passato (essere stato, avere avuto, avere amato, avere temuto,avere servito). L’infinito passato, che indica un’azione passata, si costruiscecol participio passato preceduto dall’infinito del verbo ausiliare, essere oavere. Esempi con l’infinito passato:

-       Dopo aver studiato tanto, hosuperato l’esame;

-       Luigi è stato condannato peraver rubato un motorino.

La coniugazione dell’infinito di alcuni verbi:

Infinito presente
Infinito passato
Essere
Essere stato
Avere
Avere avuto
Amare
Avere amato
Temere
Avere temuto
Servire
Avere servito
Dovere
Avere dovuto
Potere
Avere potuto
Volere
Avere voluto
Lavare
Avere lavato
Lavarsi
Essersi lavato
Pettinare
Avere pettinato
Pettinarsi
Essersi pettinato
Decidere
Avere deciso
Decidersi
Essersi deciso
Andare
Essere andato
Venire
Essere venuto
Entrare
Essere entrato
Uscire
Essere uscito
Salire
Essere salito
Scendere
Essere sceso
Fare
Avere fatto
Stare
Essere stato
Sapere
Avere saputo
Dare
Avere dato
Dire
Avere detto
Bere
Avere bevuto
Rimanere
Essere rimasto
Mangiare
Avere mangiato

Uso dell’infinito

Si usa generalmente in dipendenza da un altro verbo, ma si può usare anche come verbo principale per indicare ordini, desideri, consigli. Esempio: Uscire subito!

L'infinito ricorre assai spesso in combinazione con un verbo servile. Esempi:

-        Devo essere all’università alle dieci.

-        Voglio mangiare una pizza;

-        Posso andare a casa.

L’infinito, oltre che con i verbi servili, si usa in combinazione con altri verbi, come desiderare, fare, lasciare, preferire, sentire, usare, vedere e simili; con tutti questi verbi si usa senza preposizone. Esempio:

-        Desiderei partire subito;

-        Facciamo uscire prima gli anziani;

-        Lasciamo cadere la cosa;

-        Preferisco andare in treno;

-        Sento suonare la porta;

-        Uso alzarmi all’alba;

-        Ogni giorno vedo uscire di scuola i bambini.

Quando l’infinito è retto da un verbo, eccetto i servili e quelli citati sopra, generalmente è preceduto da una preposizione; in particolare con i verbi avvenire, cercare, parere, sembrare, sperare, toccare è preceduto dalla preposizione di. Esempi:

-        Talvolta avviene di sbagliare;

-        Cerco di arrivare in tempo;

-        Mi pare di sognare;

-        Con tutta questa nebbia, sembra di essere a Londra;

-        Speravo di trovare la soluzione;

-        Spesso mi tocca di fare il turno di notte;

L’infinito in combinazione con altri verbi, spesso è preceduto da altre preposizoni. Esempi:

-        Vado a studiare con Giuseppe;

-        Esco per cercare un negozio aperto.

Infinito e pronomi personali

Quando il soggetto dell'infinito è un pronome personale di prima e seconda persona, il pronome si mette dopo il verbo nella forma soggettiva (io, tu); se abbiamo un pronome di terza persona (egli, lui, lei, loro, esso, essa, essi, esse) si mette sempre dopo il verbo ma nella forma oggettiva (lui, lei, loro). Esempi:

-        Credevo di essere io il più alto;

-        Credevano di essere stati loro a vincere il primo premio.

Infinito in funzione di sostantivo

L’infinito, oltre che svolgere la funzione verbale, può essere utilizzato come sostantivo, facendolo precedere dall’articolo, che a volte è assente perché sottinteso. Esempi:

-        Il correre giova alla salute (correre = sostantivo);

-        Correre giova alla salute (correre = sostantivo);

-        Il bere alcol mentre si guida è pericoloso (bere = sostantivo);

-        Bere alcol mentre si guida è pericoloso (bere = sostantivo).