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miércoles, 30 de marzo de 2011

05.01 - L’aggettivo

A cura del prof. Attilio Folliero

L’aggettivo (Scaricare/Descargar)

L’aggettivo è quella parte del discorso che serve a qualificare o adeterminare il nome. Secondo la funzione che svolgono, gli aggettivi sidistinguono in qualificativi o determinativi. Esempi:

-      Io vivo in un appartamento
-      Io vivo in un appartamentogrande
-      Io vivo in quell’appartamento

Nel primo caso sto dicendo che vivo in un appartamento; nel secondo caso stoaggiungendo la qualità dell’appartamento in cui vivo, infatti sto qualificandol’appartamento come grande; nel terzo caso sto indicando, con un aggettivodeterminativo (quello), l’appartamento in cui vivo.

L’aggettivo è una parte variabile del discorso perché muta la desinenzafinale a seconda del genere (maschile o femminile) e del numero (singolare ofemminile).

05.02 - L’aggettivo qualificativo

A cura del prof. Attilio Folliero

L’aggettivo qualificativo (Scaricare/Descargar)

L'aggettivo qualificativo esprime una qualità del nome. Gli aggettiviqualificativi sono innumerevoli, perché innumerevoli sono le qualità chepossiamo attribuire ad un nome. Una persona ad esempio può essere: giovane, anziana,bella, brutta, alta, bassa, magra, grassa, grande, piccola, bionda, bruna,educata, maleducata, preparata, impreparata, colta, ignorante, triste, felice, allegra,noiosa, sincera, bugiarda, pigra, attiva, malata, sana, ecc…

Aggettivi qualificativi primitivie derivati

L’aggettivo qualificativo come il nome può essere:

·       Primitivo, quando èformato da radice e desinenza. Esempi: bello, brutto, alto, basso, grande,piccolo.

·       Derivato, quando èformato da radice, prefissi, suffissi e desinenza. Esempi: malato (derivato damale), amabile (da amo), romano (da Roma).

Per formare aggettivi qualificativi derivati possiamo usare dei suffissiuniti al tema di un verbo o di un nome. I suffissi più usati sono:

-       abile: am-abile(da amo), lod-abile (da lodo);
-       ale: industri-ale(da industria), commerci-ale (da commercio);
-       ano: rom-ano (daRoma), napolet-ano (da Napoli);
-       are: angol-are(da angolo), triangol-are (da triangolo);
-       ario:reazion-ario (da reazione), letter-ario (da lettera), vison-ario (da visione);
-       ese: torin-ese(da Torino), milan-ese (da Milano), piemont-ese (da Piemonte), pugli-ese (daPuglia);
-       ibile:  cred-ibile (da credo);
-       ile: gent-ile(da gente);
-       oso: coraggi-oso(da coraggio), noi-oso (da noia)

Il significato di un aggettivo qualificativo può essere modificato conl’utilizzo dei prefissi. Alcuni prefissi danno all’aggettivo qualificativo significatonegativo, come in-(in-esperto = nonesperto), il- (il-legale = nonlegale), im- (im-mortale = nonmortale), dis- (dis-atteso = nonatteso), dif- (dif-ficile = nonfacile), s- (s-leale = non leale), a- (a-politico = non politico), an- (an-alcolico = non alcolico).

Aggettivi composti

Anche gli aggettivi, come i nomi, possono essere composti, cioè formatidall’unione di due aggettivi. Esempi: aereodinamico, sacrosanto, variopinto. Inalcuni casi i due aggettivi che formano l’aggettivo composto sono uniti da untrattino: italo-venezuelano, storico-letterario, tecnico-scientifico.

Aggettivo qualificativosostantivato

Anche l’aggettivo qualificativo, come tutte le parti del discorso, puòassumere valore di sostantivo, facendolo precedere dall’articolo. Gli aggettivisono usati in funzione di sostantivo soprattutto  per indicare popoli e paesi (i romani, ivenezuelani, gli italiani, il napoletano, il brindisino, il piemontese), oppureun nome astratto (il falso, l’utile, il dilettevole, il futile, il disonesto),oppure particolari qualità di persone e cose (il povero, il ricco, il rapido,il lento).

05.03 - Genere e numero dell’aggettivo qualificativo

A Cura del prof. Attilio Folliero

Genere e numerodell’aggettivo qualificativo (Scaricare/Descargar)

L’aggettivo qualificativo è una parte variabile del discorso perché muta ladesinenza finale secondo il genere (maschile o femminile) ed il numero(singolare o femminile). Per la formazione del genere e del numero valgono lestesse norme del nome.

Per l’aggettivo abbiamo due classi:

-      Prima classe: gli aggettiviterminanti in o (maschili) cheformano il plurale in i e gliaggettivi terminanti in a(femminili) che formano il plurale in e.Esempi: bello (maschile singolare), belli (maschile plurale), bella (femminilesingolare), belle (femminile plurale).

-      Seconda classe: aggettiviterminanti in e (sia maschile chefemminile) che formano il plurale in i.Esempi: ragazzo milanese (maschile singolare), ragazzi milanesi (maschileplurale), ragazza milanese (femminile singolare), ragazze milanesi (femminileplurale).

Aggettivi maschilidi prima classe terminanti in co

Gli aggettivi maschili terminanti in coformano il plurale in chi se sonopiani, in ci se sono sdruccioli.Esempi: caduco al pluare caduchi; secco al plurale secchi; ciclopico al pluraleciclopici; pratico al plurale pratici.

Le parole piane, le più numerosein italiano, sono quelle che hanno l'accento sulla penultima sillaba.

Le parole sdrucciole sono quelleche hanno l'accento sulla terzultima sillaba. Dopo le piane sono le piùfrequenti in italiano.

Come visto, gli aggettivi piani terminanti in co formano il plurale in chi,ma ci sono molte eccezioni: amico al plurale amici; nemico al plurale nemici;greco al plurale greci.

Al contrario, gli aggettivi sdruccioli terminanti in co formano il pluralein ci, ma anche in questo caso ci sono molte eccezioni: carico al pluralecarichi; intrinseco al plurale intrinsechi.

Aggettivi femminilidi prima classe terminanti in ca

Gli aggettivi femminili terminanti in caformano tutti il plurale in che.Esempi: ricca al plurale ricche; stanca al plurale stanche.

Aggettivi femminilidi prima classe terminanti in cia e gia

Gli aggettivi femminili terminanti al singolare in cia o gia con la iaccentata (tonica) formano il plurale incie o gie. Esempi: sudicia al plurale sudicie; fradicia al pluralefradicie;  malvagia malvagie

Aggettivi diprima classe terminanti in go e ga

Gli aggettivi maschili terminanti in goed i femminili terminanti in ga formano il plurale rispettivamente in ghi e ghe. Esempi: largo al plurale larghi; larga al plurale larghe.

Aggettivi maschilidi prima classe terminanti in io

Gli aggettivi terminanti al singolare in io, con la i accentata (tonica)formano il plurale in ii. Esempi: natio al plurale natii; stantio al pluralestantii.

Gli aggettivi terminanti al singolare in io, con la i non accentata (atona)formano il plurale in i. Esempi: empio al plurale empi; proprio al pluralepropri; vario al plurale vari.

Aggettivi composti

Gli aggettivi composti mutano la desinenza del secondo aggettivo. Esempi:sacrosanto al plurale sacrosanti; sordomuta al plurale sordomute;italo-venezuelano al plurale italo-venezuelani.

Aggettivi invariabili

Gli aggettivi invariabili sono quelli che hanno una sola terminazione peril maschile ed il femminile, il singolare ed il plurale. Tra questi abbiamo:

-       Gliaggettivi numerali cardinali, con l’unica eccezione di uno che varia dal maschileal femminile. Esempi Tre bambini; tre bambine; dieci bambini, dieci bambine.Però si dirà: uno studente, una studentessa;
-       L’aggettivopari ed i suoi composti dispari ed impari. Esempi: Il numneo pari, i numeripari, il numeo dispari, i numeri dispari, il numero impari, inumeri impari.
-       Lelocuzioni avverbiali dappoco, dabbene, perbene usate come aggettivi. Esempi:ragazzo perbene, ragazza perbene, ragazzi perbene, ragazze perbene; uomodappoco, donna dabbene;
-       Aggettivitronchi, cioè con l’accento sull’ultima sillaba. Esempi: lo stile rococò, glistili rococò.
-       Aggettiviterminanti in consonante, di origine straniera. Esempi: una donna snob, duedonne snob, un uomo snob, due uomini snob.

Aggettivi bello, santo, grandee buono

Gli aggettivi bello, grande, santo e buono davanti a nomi che iniziano per consonantesi troncano. Esempi: il bel bimbo, il gran maestro, san Luigi, gran donna, buoncuore. Questi aggettivi davanti a nomi che cominciano per vocale si elidono.Esempi: bell’amico; grand’animo; sant’Ambrogio.

L’aggettivo bello quando è posto dopo il nome, al singolare ha sempre laforma bello, al plurale belli. Quindi: il bel bambino, il bambino bello, ibambini belli.

L’aggettivo buono si tronca davanti a nomi che iniziano per consonante, marimane buono quando è posto dopo il nome. Quindi: un buon bambino; un bambinobuono.

05.04 – Collocazione e concordanza dell’aggettivo qualificativo

A cura del prof. Attilio Folliero

Collocazione econcordanza dell’aggettivo qualificativo (Scaricare/Descargar)

L’aggettivo qualificativo attribuisce una qualità al nome e si puòcollocare prima o dopo il nome, senza cambiare il significato. A volte lacollocazione cambia il senso dell’espressione. 

Esempi:

-      “alto dirigente” e “dirigentealto”; nel primo caso significa che il dirigente occupa un incarico alto; nelsecondo alto si riferisce all’altezza, alla qualità fisica del dirigente;

-      “Numerose famiglie” e “famiglienumerose”; nel primo caso significa che ci sono tante famiglie; nel secondo famigliecon molti figli;

-      Certe notizie e notiziecerte; nel primo caso significa alcune notizie; nel secondo che abbiamo dellenotizie certe, che sicuramente sono famiglie con molti figli.

In ogni caso la collocazione dell’aggettivo qualificativo spesso èsoggettiva, cioè ognuno decide dove collocarlo. Generalmente, l'aggettivo sipospone:

-      con i nomi propri, quando èun appellativo d'onore o quando serve a distinguere un personaggio da altri conlo stesso nome: Filippo il Bello, Ludovico il Moro, Alessandro il Grande, Carloil Temerario;

-      quando indica una qualità diforma, colore e simili che serve a distinguere specie dello stesso genere: icapelli biondi, i capelli neri, l'aceto balsamico, il vino spumante, la tavolarotonda o la tavola quadrata;

-      quando deriva da nomi propridi paesi e di città: lingua italiana, grammatica francese, marinai liguri;

-      quando è accompagnato dacomplementi: giardino ricco di fontane, atleta famoso per le tante vittorie.

L’aggettivo qualificativo prende il nome di attributo quando attribuisceuna qualità al nome; prende il nome di predicativo quando si unisce al verboessere o a quei verbi che da soli non sempre hanno un significato compiuto,come apparire, divenire, nascere, sembrare.

Concordanzadell’aggettivo

L’aggettivo qualificativo desse essere concordato in genere e numero con ilsostantivo cui si riferisce.

Quando svolge funzione predicativa:

-      L’aggettivo deve concordarein genere e numero col sostantivo cui si riferisce. Esempi: l’automobile èutile; le automobili sono utili;

-      Quando si riferisce a due opiù sostantivi di genere maschile si pone al plurale maschile. Esempio: Ilnonno e lo zio sono alti;

-      Quando si riferisce a due opiù sostantivi di genere femminile si pone al plurale femminile. Esempio: Lanonna e la zia sono alte;

-      Quando si riferisce a due opiù sostantivi uno maschile, l’altro femminile si pone al plurale maschile.Esempio: Il nonna e la nonna sono alti.

Quando svolge funzione attributiva, le norme sono meno precise, in ognicaso:

-      Quando si riferisce ad unsolo sostantivo concorda in genere e numero. Esempi:  un uomo alto, una donna alta, due uominigrassi;

-      Quando si riferisce a due opiù sostantivi maschili singolari o uno singolare e l’altro plurale e l’aggettivosegue i nomi, va al plurale maschile. Esempi: il pero ed il melo fioriti; unuomo e i due figli italiani;

-      Quando si riferisce a due opiù sostantivi femminili, singolari o uno singolare e l’altro plurale e l’aggettivosegue i nomi, va al femminile plurale. Esempi: la bicicletta e la motociclettavecchie; le auto e la bicicletta vecchie; 

-      Quando si riferisce a due opiù sostantivi, femminili e maschili e l’aggettivo segue i nomi va al pluralemaschile, anche se può concordare con il più vicino. Esempi: il nonno e lanonna anziani; gli uomini e le donne anziani; gli uomini e la donna anziana.

-      Quando l’aggettivo precede inomi, la concordanza si fa con il nome più vicino. Esempi: bellissime spiagge elitorali; immensi boschi e foreste.

-      Quando più aggettivi siriferiscono ad uno stesso nome plurale, si mettono al plurale. Esempio: le coseterrene e futili;

-      Quando più aggettivi siriferiscono ad un nome plurale, vanno messi al singolare, quando ciascuno diessi indica una parte distinta del sostantivo. Esempi: i dizionari italiano,spagnolo e tedesco; i popoli, venezuelano, italiano, russo e statunitense.

-      Quando un aggettivo siriferisce a più nomi congiunti dalla o, l'aggettivo può andare al plurale o concordarecon il nome più vicino. Esempio: un figlio o una figlia affettuosi (oppure unfiglio o una figlia affettuosa).

05.05 - Alterazione dell’aggettivo qualificativo

A cura del prof. Attilio Folliero

Alterazionedell’aggettivo qualificativo (Scaricare/Descargar)

Anche l’aggettivo qualificativo, esattamente come il nome, può subireun’alterazione mediante gli stessi suffissi. Pertanto possiamo avere le forme:

-      Accrescitiva mediante l’aggiunta del suffissoone. Esempi: bellone (da bello); bruttone (da brutto); grassone (da grasso);

-      Diminutiva mediante l’aggiunta del suffissoino o ello. Esempi: bellino (da bello); bruttino (da brutto); piccolino (dapiccolo); poverello (da povero);

-      Vezzeggiativa mediante l’aggiunta del suffisso uccio, uccia, oppure etto.Esempi: belluccio (da bello); bassetto (da basso); palliduccia (da pallida);

-      Peggiorativa mediante l’aggiunta del suffisso accioo astro. Esempi: cattivaccio (da cattivo); bruttastro (da brutto).

05.06 – I gradi dell’aggettivo qualificativo

A cura del prof. Attilio Folliero

I gradi dell’aggettivo qualificativo (Scaricare/Descargar)

Con gli aggettiviqualificativi non solo possiamo esprimere la qualità di una persona, animale ocosa, ma anche il grado, ossia la misura in cui tale qualità è posseduta. L’aggettivoqualificativo ha tre gradi:

·      Grado positivo, quando indica la semplice qualità, senzaindicarne la misura. Esempi: bello, brutto, alto, grasso, magro, oscuro, chiaro;
·      Grado comparativo, quando esprime un confronto tra due termini.Esempi: più bello, meno bello, tanto bello quanto ...;
·      Grado superlativo quando esprime il grado massimo di una qualità.Esempi: bellissimo, il più bello.

Il grado comparativo

Il comparativo indica unconfronto tra due termini, che assumono il nome di primo e secondo termine diparagone. Il confronto può avere valore di:

·      Uguaglianza, quando la qualità espressa dall'aggettivo èuguale nei due termini messi a confronto; naturalmente, si possono mettere a confronto due qualità della stessapersona, animale o cosa (Luigi è così bello come intelligente; Il gatto è tantofurbo quanto veloce; Il dimante è tanto prerzioso quanto raro), o si puòeffettuare il confronto di una qualità tra due persone, animali o cose (Luigi ètanto bravo quanto Franco; Il gatto è così amichevole come il cane; Dicembre ètanto freddo quanto gennaio). Il comparativo di uguaglianza si esprime con leparticelle così ... come, tanto ... quanto, altrettanto … che (di), non più …di, non meno … di, al pari … di.

·      Maggioranza, quando la qualità espressa dall'aggettivo nelprimo termine è superiore a quella dell’altro termine.  Il comparativo di maggioranza si forma facendoprecedere al primo termine di paragone la particella più, mentre il secondo termine è preceduto da che o da di (oppure del,dello, della, dei, degli, delle). Si usa obbligatoriamente che quando il paragone avviene tra due qualità dello stesso essere,o tra due infiniti o tra due nomi preceduti da preposizione (Angela è più studiosa che intelligente; Scendere dalla montagna è più facile che salire; lavita è più serena in pianura che in città); invece è indifferentel’uso di che o di quando si paragono una qualità di due esseri differenti(Giuseppe è più bravo che Luigi, oppure Giuseppe è più bravo di Luigi).

·      Minoranza, quando la qualità espressa dall'aggettivo nelprimo termine è minore a quella dell’altro termine.  Il comparativo di minoranza si forma facendoprecedere al primo termine di paragone la particella meno, mentre il secondo termine è preceduto da che o da di (oppure del,dello, della, dei, degli, delle). Si usa obbligatoriamente che quando il paragone avviene tra due qualità dello stesso essere,o tra due infiniti o tra due nomi preceduti da preposizione (Angela è meno studiosa che intelligente; Scendere dalla montagna è meno facile che salire;la vita è meno serena in città che in pianura); invece è indifferentel’uso di che o di quando si paragono una qualità di due esseri differenti(Giuseppe è meno bravo che Luigi, oppure Giuseppe è meno bravo di Luigi).

Il grado superlativo

Il superlativo esprime ilgrado massimo di una qualità e può essere assoluto o relativo.

Il superlativo è assoluto quando il massimo grado della qualità è espresso senza alcun paragone.Generalmente si forma aggiungendo al tema dell'aggettivo maschile plurale ladesinenza issimo. Esempi:
-      bell-oal plurale fa bell-i, che al superlativo assoluto diventa bell-issimo;
-      stanc-oal plurale fa stanch-i, che al superlativo assoluto diventa stanch-issimo.

Il superlativo assoluto siottiene anche:
-      premettendoall’aggettivo positivo gli avverbi molto, assai, altremodo, immensamente,sommamente, estremamente, infinitamente e simili. Esempi: molto bello, assai profondo,oltremodo utile, enormemente rischioso;
-      permezzo dei prefissi arci, stra, ultra, super, extra, iper e simili. Esempi: arcinoto,straricco, strapovero, ultrarapido, supersonico, superuomo, extrapotente,ipersensibile;
-      ripetendol'aggettivo positivo, come: bello bello, bagnato bagnato, scuro scuro, neronero, calmo calmo, lungo lungo. Esempi: Luigi tornò a casa bagnato bagnato; Marcotornò a casa calmo clamo;
-      rafforzandol'aggettivo con un altro che intensifica la qualità. Esempi: bagnato zeppo,ubriaco fradicio, stanco morto, ricco sfondato.

Alcuni aggettivi fanno ilsuperlativo assoluto distaccandosi più o meno dalla norma; si tratta di derivazionilatine ormai uso raro, preferendo usare la forma composta come: assai benefico,assai ampio, molto celebre, oltremodo misero.
-      acrefa acerrimo;
-      ampiofa amplissimo;
-      asprofa asperrimo o asprissimo;
-      beneficofa beneficentissimo;
-      benevolofa benevolentissimo;
-      celebrefa celeberrimo;
-      integrofa integerrimo;
-      magnificofa magnificentissimo;
-      maledicofa maledicentissimo;
-      maleficofa maleficentissimo;
-      miserofa miserrimo o miserissimo;
-      munificofa munificentissimo;
-      salubrefa saluberrimo o salubrissimo.

Il superlativo è relativo quando il massimo o il minor grado della qualità è espresso in relazione adun gruppo di persone, animali o cose. Si forma premettendo l'articolo determinativoal comparativo di maggioranza o di minoranza. Esempi:
-      Luigiè il più bravo della classe;
-      Mariaè la meno studiosa della classe.

Bisogna fare attenzione anon confondere il superlativo relativo con il comparativo; mentre ilcomparativo esprime un confronto fra due esseri o due gruppi, il superlativoesprime il confronto tra un solo termine e ed resto del gruppo considerato.Esempi:
-      Ilmonte Bolivar è più alto del monte Avila (comparativo);
-      Ilmonte Bolivar è il più alto dei monti americani (superlativo).

Vi sono aggettivi che non possonoammettere il grado comparativo ed il superlativo:
-      gliaggettivi che hanno intrinseco un significato superlativo e quindi non possonoavere gradazione: colossale, eccezionale, enorme, eterno, gigantesco, immenso,immortale, infinito, straordinario, sublime, unico;
-      gliaggettivi che indicano figure geometriche, come: quadrato, rettangolare,rotondo, trapezoidale, triangolare;
-      gliaggettivi che indicano la materia di cui una cosa è formata, come: argenteo, aureo,bronzeo, ligneo, marmoreo, zincato;
-      gliaggettivi che indicano nazionalità o cittadinanza, come: italiano, venezuelano,romano, pugliese, napoletano, americano, asiatico, africano. Tuttavia, nellinguaggio comune a volte si sente dire: sono italianissimo, oppure mi sentopiù italiano di te.

Forme particolari di superlativi e comparativi

Alcuni aggettivi derivano ilcomparativo ed il superlativo da una forma latina ed accanto alle formaregolare hanno un’altra che prende il nome di organica, cioè sono capaci direndere l’idea comparativa o superlativa con una forma unica, senza bisogno dipremettere all’aggettivo positivo più o meo, o aggiungere la desinenza issimo.

Aggettivi che hanno forma regolare e forma organica


Aggettivo
Comparativo regolare
Comparativo organico
Superlativo assoluto regolare
Superlativo assoluto organico
Superlativo relativo regolare
Superlativo relativo organico
Buono
più buono
migliore
buonissimo
ottimo
il più buono
il migliore
Cattivo
più cattivo
peggiore
cattivissimo
pessimo
il più cattivo
il peggiore
Grande
più grande
maggiore
grandissimo
massimo
il più grande
il maggiore
Piccolo
più piccolo
minore
piccolissimo
minimo
il più piccolo
il minore
Molto
-
più
moltissimo
-
-
-
Alcuni aggettivi mancano delgrado positivo ed hanno solo il comparativo ed il superlativo o soltanto ilcomparativo; alcuni aggettivi sono considerati come i positivi. Questi comparativie superlativi, privi del positivo, derivano da preposizioni latine:

Positivo
Comparativo di maggioranza
Superlativo assoluto
Deriva dalla preposizone latina
(alto)
superiore
supremo (sommo)
supra (sopra)
(basso)
inferiore
infimo
infra (sotto)
(esterno)
esteriore
estremo
extra (fuori)
(interno)
interiore
intimo
intra (dentro)
-
ulteriore
ultimo
ultra (al di là)
-
posteriore
postumo
post (dopo)
-
anteriore
-
ante (davanti)
-
citeriore
-
citra (di qua)
-
-
prossimo
prope (vicino)
-
-
primo
prae (innanzi)

Notare

I due comparativi latinijunior (più giovane) e senior (più anziano) sono usati in italiano unitamente acognomi o nomi per distinguere due persone omonime. I loro plurali, juniores eseniores si utilizzano in termini sportivi per indicare gli atleti di duecategorie differenti.