miércoles, 12 de diciembre de 2012

'O sole mio (1898)

di E.Di Capua, G.Capurro, A.Mazzucchi

'O sole mio è una canzone in lingua napoletana pubblicata nel 1898 e conosciuta in tutto il mondo. È stata incisa da cantanti di tutte le lingue.

L'interpretazione di Enrico Caruso


Il suo autore, il napoletano Eduardo Di Capua, fresco di studi di conservatorio, aveva già composto melodie destinate a diventare dei classici (Maria Marì, I' te vurria vasa', Torna Maggio); negli ultimi anni dell'800 era all'estero con suo padre Giacobbe, violinista in una piccola orchestra. Una mattina, durante una sosta ad Odessa, dai vetri della finestra dell'albergo il giovane musicista è colpito dalla luce del sole sul Mar Nero. In un impeto forse di nostalgia, compone le note centrali di questa canzone, sui versi che gli aveva consegnato il poeta Giovanni Capurro a Napoli prima della sua partenza. Una volta tornato a Napoli, Di Capua rifinisce il brano con l'aiuto di un suo giovane collega, Alfredo Mazzucchi, e consegna la composizione all'editore Bideri ritirando il compenso forfettario che le case musicali destinavano allora agli autori in cambio dell'utilizzo incondizionato del brano (siamo nel 1898 e solo qualche anno più tardi verranno riconosciuti i diritti d'autore).

A settembre, "O sole mio" viene presentata al concorso musicale "Tavola Rotonda" con i nomi di Capurro e Di Capua e, come seconda classificata (anche se sullo spartito fu poi scritto "prima classificata") ottiene un premio in denaro. Questo sarà l'unico compenso percepito in vita dai due autori, mentre sarà enorme il successo della Bideri. Di Capua rimane vedovo a 31 anni con due figli; per sopravvivere, farà il pianista nelle sale di cinematografo accompagnando dal vivo la proiezione dei primi film muti, e sembra che alla sua morte, avvenuta nel 1917, il suo pianoforte sia stato venduto per pagare i debiti lasciati insoluti. Altrettanta sfortuna arriderà a Capurro, che morirà tre anni più tardi in condizioni di indigenza senza la soddisfazione di veder riconosciute le sue doti poetiche.

Le royalties, che ancor oggi fruttano circa 150 mila euro all'anno, grazie alle nuove leggi sul diritto d'autore furono riconosciute dopo molti anni anche agli eredi di Capurro e di Di Capua, ma solo nel 2002 una clamorosa sentenza del Tribunale di Torino ha stabilito che i diritti di "'O sole mio" spettano anche al terzo co-autore Alfredo Mazzucchi, o meglio ai suoi eredi, visto che la causa da lui intentata nel 1969 è durata più di trent'anni, andando ben oltre le sue aspettative di vita (il musicista si spense novantaquattrenne nel 1972).

Interpretazioni

Si conoscono numerosissime versioni in tutti i generi musicali e in tutte le lingue: inutile cercare di enumerarle tutte. Dai cantanti lirici ai jazzisti, dai depositari della tradizione melodica agli interpreti del pop e del rock, tutti possono vantare "'O sole mio" nel proprio repertorio. L'edizione che ha più venduto in termini di copie discografiche è "It's now or never" di Elvis Presley. Da notare che il testo inglese, pur essendo già stato composto nel 1901 ("Beneath thy window"), fu considerato troppo letterario e riscritto per l'occasione.

La più grande interpretazione di questa canzone rimane probabilmente quella di Enrico Caruso. Tra i tanti che l’hanno interpretata, ricordiamo:

Giuni Russo, Anna Oxa, Me First and the Gimme Gimmes, Enrico Caruso, Fernando De Lucia, Josephine Baker, Mario Lanza, Mario Saccucci, Elvis Presley (nel 1960 col titolo in inglese “It's Now or Never”, Frank Sinatra, Louis Prima, Tony Martin, Dalida, Camilo Sesto, Claudio Villa, Milva, Mina, Luciano Pavarotti, Josè Carreras, Roberto Lovèra, Jorge Negrete (versione in spagnolo), Bernard Yannotta, Bryan Adams, M'Barka Ben Taleb (versione in arabo), Tito Schipa, Angelo Branduardi, Al Bano, Gianni Morandi, Lucio Dalla e Eros Ramazzotti, Elton John, Il Volo (Gianluca Ginoble, Piero Barone e Ignazio Boschetto), Katia Ricciarelli, Mario Trevi, Massimo Ranieri, Beniamino Gigli, Consiglia Licciardi, Placido Domingo.


La versione in arabo di M'Barka Ben Taleb

Il testo della canzone in napoltano

Che bella cosa na jurnata 'e sole,
n'aria serena doppo na tempesta!
Pe' ll'aria fresca pare gia' na festa...
Che bella cosa na jurnata 'e sole.

Ma n'atu sole
cchiu' bello, oi ne'.
'o sole mio
sta 'nfronte a te!

Lùcene 'e llastre d''a fenesta toia;
'na lavannara canta e se ne vanta
e pe' tramente torce, spanne e canta
lùcene 'e llastre d'a fenesta toia.

Ma n'atu sole
cchiu' bello, oi ne'.
'o sole mio
sta 'nfronte a te!

Quanno fa notte e 'o sole se ne scenne,
me vene quase 'na malincunia;
sotto 'a fenesta toia restarria
quanno fa notte e 'o sole se ne scenne.

Ma n'atu sole
cchiu' bello, oi ne'.
'o sole mio
sta 'nfronte a te!

Traduzione in italiano

Che bella cosa una giornata di sole,
un'aria serena dopo la tempesta!
Per l'aria fresca pare già una festa...
che bella cosa una giornata di sole!

Ma un altro sole
più bello non c'è
il sole mio
sta in fronte a te
Il sole, il sole mio,
sta in fronte a te
sta in fronte a te

Luccicano i vetri della tua finestra,
una lavandaia canta e si vanta...
mentre strizza, stende e canta.
luccicano i vetri della tua finestra!

Ma un altro sole
più bello non c'è
il sole mio
sta in fronte a te

Quando fa sera e il sole se ne scende,
mi viene quasi una malinconia...
Resterei sotto la tua finestra,
quando fa sera ed il sole se ne scende.

Ma un altro sole
più bello non c'è
il sole mio
sta in fronte a te

Fonti: Wikipedia e Hit Parade Italia

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