A cura del prof. Attilio Folliero
Quando,
oralmente o per iscritto, ci rivolgiamo ad una persona, possiamo utilizzare i
pronomi tu, voi, lei e loro. Tu è pronome confidenziale; voi,
lei e loro sono pronomi di cortesia.
- Il tu si usa quando ci troviamo di fronte a
persona di confidenza, o della stessa età, o della stessa condizione.
Esempi:
- Tu hai
seguito l’ultima lezione d’italiano?
- Tu (collega) mi puoi sostuire nel turno di domani?
- Il voi, pronome di cortesia, sta cadendo in disuso, eccetto in alcune regioni italiane;
- Il vero pronome di cortesia è il lei, che si usa con persone di riguardo, con persone più anziane, o con persone di cui non si è in confidenza.
Esempi:
- (Tu) puoi indicarmi la strada per il colosseo?
- Per favore, (voi) potete indicarmi la strada
per il colosseo?
- Per favore, (lei) può indicarmi la strada per il colosseo?
Alcune
categorie di persone, come pontefici, sovrani ed alte personalità, nel
linguaggio ufficiale invece della prima persona io, usano il plurale noi. Si
tratta del cosiddetto plurale di maestà.
Il tu ed il voi
Anticamente
nel rivolgersi ad un’altra persona si usava quasi esclusivamente il tu. A partire
dal III secolo d.c., nell’impero romano comincia a diffondersi l’uso del voi per
rivolgersi ad una personalità importante. Ancora oggi, in alcune regioni
italiane continua ad usarsi il voi per rivolgersi a persone di rispetto, o più
anziane. Si usa infatti il voi, come forma di cortesia e di rispetto nella
Calabria meridionale, nella Puglia settendrianale, nel napoletano, a Roma, nel
Canton Ticino e in Corsica.
In alcune
zone dell’Italia settendrionale si usa il voi, alla francese, non come forma di
rispetto e di cortesia ma come forma normale di rivogersi alle persone, a
qualsiasi persona, anziana o non, di confidenza e non.
In alcune
regioni, come in Toscana o nella Puglia, fino a qualche decennio fa si
utilizzava il voi per rivolgersi ai genitori, o tra gli sposi. Quest’usanza è
praticamente andata persa.
Oggi,
praticamente ovunque i giovani utilizzano il tu; il tu è utilizzato anche fra
colleghi di lavoro e dagli insegnati nelle scuole di ogni ordine e grado.
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