miércoles, 23 de marzo de 2011

01.08 - L'accento

A cura del prof. Attilio Folliero

L’accento (Scaricare/Descargar)

Quando pronunciamo una parola, la nostra voce si posa con maggior intensitàsu una delle sillabe. Nella parola università, l’accento cade sulla sillaba tà;nella parola amàre cade sulla sillaba mà; nella parola  ànima si posa sulla sillaba à. Ogni parola hauna sillaba che è pronunciata con maggiore intensità di voce rispetto allealtre. Questo aumento d’intensità della voce si chiama accento.

In base alla posizione dell'accento, la parola può essere:

·       tronca,se l'accento cade sull'ultima sillaba (università, bambù, virtù, onestà);

·       piana,se l'accento cade sulla penultima sillaba (belléz-za, amó-re);

·       sdrucciole,se l'accento cade sulla terzultima sillaba (tà-vola, bellís-simo);

·       bisdrucciole,se l'accento cade sulla quartultima sillaba (sù-perano, rè-citano).

La maggior parte delle parole italiane sono piane.

Alcuni monosillabi, cioè parole di una sola sillaba, sono privi di accentoe si appoggiano per la pronuncia alla parola che segue o che procede.

Parole enclitiche (= inclinatein avanti)

Che si uniscono nella pronuncia alle parole che le precedono. Esempi:dimmi, dirvi, farti, godersi, mangialo, portami, sentilo, vacci.

A volte si uniscono due enclitiche di seguito come andiamocene (= ce neandiamo).

Sono enclitiche:

-       leparticelle pronominali: mi, ti, si, ci, vi, me, te, se, ce, ve, ne, lo, la, le,li, gli;

-       gliavverbi: ci, vi, ne

Parole proclitiche(=appoggiate indietro)

Che si uniscono nella pronuncia alle parole che le seguono. Esempi: lestelle, mi dice, il libro, di certo, il cane, le anitre, mi dai, ti dico, vichiedo, di certo.

Sono proclitiche:

-       gliarticoli il, lo, la, i, gli, le, un;

-       leparticelle pronominali: mi, ti, si, ci, vi, me, te, se, ce, ve, ne, lo, la, le,li, gli;

-       lepreoposizoni: di, a, da, in, con, su, per, tra, fra.

L’accento grafico

L'accento può essere di tre specie:

1)   accentograve (\) si usa per i suoni aperti e cioè sulle vocali a, e, o aperte. Esempi: pietà,canapè, falò.

2)   accentoacuto (/) si usa per i suoni chiusi e cioè sulle vocali i, u, e, o chiusi.Esempi: morí, Corfú, saldaménte, tócco.

3)   accentocirconflesso, in disuso, serve per indicare una sillaba contratta (tôrre pertogliere; côrre per cogliere), oppure il plurale contratto di io, ossia perindicare che una i è caduta. Esempi: studî, ozî, spazî.

L'accento generalmente in italiano non si segna; quando viene segnatoprende il nome di accento grafico; bisogna utilizzarlo:

-       sulleparole tronche che non siano monosillabe. Esempi: carità, bontà, recitò, sbocciò,tribù, virtù, finché;

-       alcunimonosillabi terminanti in dittongo. Esempi: già, può, più. Attenzione: qui e quanon si accentano mai perché non terminano in dittongo;

-       sualcuni omonimi (parole scritte allo stesso modo) che cambiano di significatocol cambiare della sillaba tonica. Ma non è obbligatorio segnare l’accento Esempi:àncora (strumento della nave) e ancóra (avverbio); capitàno (grado esostantivo) e càpitano (verbo); bàlia (donna che allatta neonati), balìa(potere); dànno (verbo) danno (sostantivo); détti (verbo) detti (sostantivo);

-       inalcuni monosillabi per distinguerli da suoi omonimi.

Monosillabi omonimi

se (congiunzione); (pronome);
si (pronome); (avverbio affermativo);
ne (pronomeatono); (congiunzione);
da (preposizione);(verbo dare);
di (preposizione);(giorno);
la (articolo opronome); (avverbio di luogo);
li (pronomepersonale); (avverbio di luogo);
e (congiunzione);è (verbo);
te (pronome); (bevanda);
che (pronome econgiunzione); ché (congiunzione =perché)

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