A cura del prof. Attilio Folliero
Analisi grammaticale (Scaricare/Descargar)
L’analisi grammaticale omorfologica è la scomposizione di una frase nei suoi elementicostitutivi; ogni elemento, cioè ogni parola che compone la frase vieneanalizzata in base alla sua funzione grammaticale e ricondotte ad una dellecategorie grammaticali o parti del discorso.
Le parti del discorso
Le categorie grammaticali o parti del discorso sono in tutto nove. Diqueste nove, cinque sono variabili, ossia possono variare la terminazione inbase al genere (maschile o femminile), o al numero (singolare o plurale),quattro sono invariabili, ossia non cambiano mai la terminazione.
Le cinque parti variabili del discorso sono:
· Nome,che indica persone, animali, cose, idee, sentimenti, ecc.Esempi: uomo, donna, cane, gatto, libro, quaderno, vurtù, poesia.
· Articolo, cheintroduce in maniera determinata o indeterminata il nome. Esempi: il bambino,la donna, un bambino, una donna.
· Aggettivo, chequalifica o specifica il nome. Esempi: bel cane, quel cane.
· Pronome, chefa le veci del nome, ossia sostituisce il nome. Esempi: Io sono Luigi; lui èGiacomo.
· Verbo, cheindica azione o modo di essere. Esempi: la pecora bela; il cane abbaia; ilgatto miagola; il gatto è astuto.
Le quattro parti invariabili sono:
· Avverbio, cheserve a precisare o modificare il significato di un’altra parola. Esempi: correlentamente; è molto bello; èconsiderevolmente brutto;
· Preposizione, cheserve a stabilire i rapporti tra le parole. Esempi: Io vado a scuola; ilcappotto della mamma.
· Congiunzione, cheserve ad unire una parola all’altra, o una frase all’altra. Esempi: Io eGiovanni andiamo a scuola insieme; Compra il pane, quando torni.
· Interiezioneo Esclamazione,che serve ad indicare uno stato dell’animo, un sentimento. Esempio: Ahi me poverino!
Fare l’analisi grammaticale, ad esempio della frase “Io leggo un libro” significa analizzareognuna delle parole che la compongono: Io è pronome personale soggetto; leggo èverbo, indicativo presente, terza persona singolare del verbo leggere; un èarticolo indeterminativo maschile; libro è sostantivo maschile singolare.
Sono variabili quelle parti del discorso che possono mutare laterminazione. Il mutamento nel nome, nell’articolo, nell’aggettivo e nelpronome si chiama declinazione; nel vergo si chiama coniugazione.
Per chiarire il concetto di variabilità è necessario spiegare alcuniconcetti relativi a radice, desinenza, prefisso, suffisso e tema.
Radice
La radice è la parte immutabile di una parola. Nelle seguenti parole:libr-o, libr-i, libr-aio, libr-eria, libr-etto, libr-esco la radice immutabileè libr.
Desinenza
Di una parola, la radice è la parte immutabile, la desinenza è la parte chevaria. Nelle parole anteriori, se librè la radice, la o di libr-o, la i di libr-i, la aio di libr-aio, la eriadi libr-eria, la etto di libr-etto ela esco di libr-esco sono ladesinenza.
Prefisso, suffisso e tema
Se osserviamo le seguenti parole: port-a, im-port-are, es-port-azion-e solola prima port-a è costituita da radice (port) e desinenza (a); nelle altre duela base comune (port) è preceduta da gruppi di lettere che si dicono prefisso esuffisso. Nella parola im-port-are, imrappresenta il prefisso, port laradice e are la desinenza; nella parola es-port-azion-e, es rappresenta il prefisso, port la radice e azion il suffisso ed ela desinenza. In questo caso la radice con il suo prefisso o suffisso prende ilnome di tema. Quindi nella parola import-are, che trattasi di verbo, import è il tema are è la desinenza; nella parola esportazion-e, esportazion- è il tema, la e è la desinenza.
Parole primitive e derivate
Le parole costituite da radice e desinenza si dicono primitive; le paroleformate da tema e desinenza si dicono derivate. Quindi porta è primitiva; importareè derivata.
Dalla radice, cioè dalla parte invariabile di una parola possono derivaretanet altre parole, che costituiscono una famiglia, di cui la radice è l’etimo.L’etimologia è la scienza che studia l’origine e la storia delle parole.
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