lunes, 28 de marzo de 2011

03.09 - Il plurale dei nomi terminanti in o

A cura del prof. Attilio Folliero

Il pluraledei nomi terminanti in o (Scaricare/Descargar)

I nomi terminanti al singolare in o,sia se sono maschili che femminili, formano il plurale in i. Esempi:

  • Singolare maschile: il libro; plurale: i libri;
  • Singolare femminile: la mano; plurale: le mani.
In realtà mano è l’unico nome femminile terminante in o che forma ilplurale regolare in i. La maggior parte dei nomi terminanti in o sono maschili.

I nomi di parole piane terminantial singolare in co o go formano generalmente il plurale in chi o ghi, ma ci sono molte eccezioni. Esempi: il cuoco (al plurale icuochi); il rogo (i roghi); il castigo (i castighi); l’albergo (gli alberghi).

Le parole piane, le più numerosein italiano, sono quelle che hanno l'accento sulla penultima sillaba. Alcuniesempi di parole piane terminanti in co e go che formano il plurare in ci e gi:l’amico (gli amici); il nemico (i nemici); il greco (i greci); porco (porci).

I nomi di parole sdrucciole terminantial singolare in co o go formano il plurale in ci o gi. Esempi: il sindaco (i sindaci); il canonico (i canonici); il teologo(i teologi); il filologo (i filologi).

Le parole sdrucciole sono quelleche hanno l'accento sulla terzultima sillaba. Dopo le piane sono le piùfrequenti in italiano. Come abbiamo visto le parole terminanti in co e goformano il plurale in ci e gi, ma ci sono molte eccezioni: il carico (i carichi);l’incarico (gli incarichi); lo scarico (gli scarichi); il dialogo (i dialoghi);il catalogo (i cataloghi); l’epilogo (gli epiloghi); il valico (i valichi); il monologo(i monologhi); il rammarico (i rammarichi).

I nomi terminanti al singolare in io,con la i accentata (tonica) formano il plurale in ii. Esempio: il mormorio (i mormorii).

I nomi terminanti al singolare in io,con la i non accentata (atona) formano il plurale in i. Esempio: lo specchio (gli specchi).

Eccezioni e particolarità:

Alcuni nomi terminanti in co e go formano il plurale indifferentemente in ci e gi, oppure in chi e ghi. Esempi: il manico (i manici e i manichi); il parroco (i parrocie i parrochi); il traffico (i traffici e i traffichi); il mago (i magi e i maghi);

Alcuni nomi terminanti in io hanno al plurale la doppia ii per distinguerli da altri nomi chehanno la stessa grafia. Esempi: conii è plurale di conio, per distinguerlo daconi, plurale di cono; osservatorii plurale di osservatorio per distinguerlo daosservatori plurale osservatore; principii è plurale di principio perdistinguerlo da principi plurale di principe. In ogni caso è accetta anche lagrafia con una sola i.

Alcuni nomi terminanti in o formano il plurale in i, ma hanno dei mutamenti nella radicedel nume. Esempi: uomo (uomini); dio (dei); tempio (templi);

Alcuni nomi terminanti in o, formano il plurale in a e cambiano genere. Esempi: l’uovo (leuova); il paio (le paia); il centinaio (le centinaia); il miglio (le miglia);il migliaio (le migliaia); il riso (le risa).

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